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domenica 22 dicembre 2024
 

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I NOSTRI VIAGGI

Cod. ITAB01
I LUOGHI DELLO SPIRITO: VIAGGIO NEL MEDIOEVO MONASTICO ITALIANO CON MAURIZIO ROSSI

Abstract: S’egli ti piacesse, volentieri Io ti
donerei a te e a’tuoi compagni per salute
dell'anima mia»
Conte Orlando di Chiusi della Verna prima
di donare il monte a San Francesco di
Assisi, 1213



Descrizione: 12 giorni, 11 notti, pensione completa
inclusi vino e acqua, pernottamento nei più
antichi e pittoreschi monasteri del centro-
nord della Penisola italiana, per conoscere
la vita attiva di questi millenari luoghi
di culto e contemplazione benedettini,
francescani, basiliani... Visita guidata di
borghi, luoghi e monumenti connessi alla
storia, all'eno-gastronomia e alle
tradizioni del nostro Medioevo, esplorando
con uno sguardo assolutamente originale e
inaspettato un passato misterioso e
affascinante che, malgrado il trascorrere
dei secoli, ancora è in gran parte vivo nel
nostro paese ricchissimo.
Sono richiesti un abbigliamento e un
atteggiamento consoni ai luoghi in cui
saremo ospitati. Non si tratta di un
pellegrinaggio in senso stretto, ma di un
viaggio culturale e di meditazione aperto a
tutti.

Timeline: I giorno (20 maggio): Ritrovo dei
viaggiatori alla stazione ferroviaria Santa
Lucia di Venezia alle 9.45. Partenza con
battello privato per le isole monastiche
(dette spesso “minori” e Patrimonio
dell’Umanità) della Laguna:
breve passeggiata a San Servolo, il cui
primo insediamento benedettino viene
collocato tra il 764 e il 804 quando vi
trovarono rifugio i monaci scacciati dai
Franchi dal monastero di Santo Stefano ad
Altino. Proseguiamo la navigazione per San
Lazzaro degli Armeni, dove ci attende un
monaco per la visita guidata di un’ora.
Completamente occupata da un monastero che
è la casa madre dell'ordine dei
Mekhitaristi. l'isola è uno dei primi
centri al mondo di cultura armena.
A San Lazzaro degli Armeni sono conservati
circa 170.000 volumi, di cui 4.500 sono
manoscritti, e molti altri manufatti arabi,
indiani ed egiziani, tra cui la curiosa
mummia di Nehmeket. Continuiamo poi per le
isolette di San Michele e San Cristoforo
della Pace: la prima, che trae il nome
dalla chiesa dedicata all'Arcangelo,
originaria del X secolo, fu detta in
passato Cavana de Muran in quanto fungeva
da ricovero per le imbarcazioni di
quest'isola. Nel 1212 vi si installarono i
Camaldolesi che vi riunirono una biblioteca
ricca di 180.000 volumi e 36.000 codici
manoscritti. Con le soppressioni
napoleoniche, il monastero divenne un
carcere politico (vi passarono, tra gli
altri, Silvio Pellico e Pietro Maroncelli),
quindi, dopo il breve insediamento, a
partire dal 1829, dei Francescani, divenne
parte integrante del cimitero di San
Cristoforo quando venne unita a
quest'ultima. Vi sorge tutt'ora la nota
chiesa di San Michele in Isola, realizzata
su progetto dell'architetto Mauro Codussi a
partire dal 1469 e considerata la prima
chiesa rinascimentale di Venezia. L'isola
di San Cristoforo della Pace, invece, fu
utilizzata in origine per installarvi un
mulino a vento (XIV secolo), ma in seguito
ospitò un ospizio femminile e quindi un
convento di Brigidini, a cui successero gli
Agostiniani. Pranzo a Mazzorbo, l’isola
delle vigne, e passeggiata pomeridiana fra
i colori di Burano, fino alla chiesa di San
Martino e al suo campanile pendente.
Imbarco per San Francesco del Deserto, un
ciuffo di verde che emerge dall’acqua,
abitata dai Frati Minori fin dal 1230
circa. Qui, come San Francesco nel 1220,
ceneremo e passeremo la notte fra antiche
mura che traspirano storia e spiritualità.
II giorno: Trasferimento a Venezia dopo
colazione, e passeggiata da San Zaccaria a
Santa Lucia, attraverso i sestieri di
Castello, San Marco, Canaregio, sulle orme
delle più antiche basiliche e comunità
monastiche della città. Pranzo e partenza
in treno per Peschiera. Nel pomeriggio,
all’arrivo, trasferimento in pulmino al
Santuario della Madonna del Frassino, che
potremo visitare prima della sistemazione
nell’attigua foresteria. Cena e
pernottamento presso la casa francescana.
III giorno: Colazione e partenza per
Mantova, lungo la Valle del Mincio.
Passeggiata nella città rinascimentale, con
particolare attenzione alla Basilica di
Sant’Andrea, progettata da Leon Battista
Alberti, (come il Tempio di San Sebastiano)
nella cui cripta è custodita all'interno
dei Sacri Vasi la reliquia del
Preziosissimo Sangue di Cristo, portato a
Mantova dal centurione romano Longino. In
una delle cappelle è conservato il
monumento funebre di Andrea Mantegna,
sovrastato dall'effigie in bronzo del
pittore della corte dei Gonzaga.
proseguimento per Sabbioneta, inserita
assieme a Mantova nell'elenco dei patrimoni
dell'umanità da parte dell'UNESCO per la
sua eccezionalità di città di fondazione
costruita in circa trentacinque anni per
volontà del principe Vespasiano Gonzaga
Colonna. Secondo l'UNESCO Sabbioneta
rappresenta un perfetto esempio di
applicazione delle teorie rinascimentali su
come vada progettata una città ideale.
Pranzo tipico.
Attraverso Colorno e Parma, dove vedremo
l’opera del Correggio nelle cupole del
Duomo e di San Giovanni, giungeremo a
Torrechiara, presso la Badia di Santa Maria
della Neve, eretta nel 1471 per volere di
Pier Maria Rossi, forse per il figlio
naturale Ugolino, allora abate di S.
Giovanni Evangelista. Qui ci accoglieranno
i monaci benedettini per la cena e il
pernottamento.

IV giorno: Dopo la colazione e la visita al
laboratorio apistico dell’Abbazia,
proseguiamo per Langhirano, dove ci attende
un prosciuttificio per la degustazione.
Proseguendo poi verso Bercelo e il Passo
della Cisa, varcheremo l’Appennino tosco-
Emiliano lungo la Via Francigena per
sostare a Pontremoli, dove ci attende il
pranzo. Giunti a Sarzana, in Liguria, nel
pomeriggio, riprenderemo il percorso dopo
una passeggiata in questo antico crocevia
della Lunigiana, per vedere la Fortezza di
Sarzanello e i borghi arroccati di Ameglia
e Montemarcello, fino a giungere, al
tramonto, a Bocca di Magra, per la cena e
il pernottamento presso il Monastero
carmelitano di Santa Croce.
V giorno: Colazione e trasferimento a
Pietrasanta, capoluogo della Versilia
storica, per la visita del centro storico e
della chiesa di Sant’Agostino. Lungo le
pendici delle Alpi Apuane pennellate di
bianco giungiamo a Camaiore per visitare
due testimonianze dell’epoca medievale
sulla Francigena: la Badia longobarda e la
Pieve di Santo Stefano, d’architettura
romanica lucchese. Un’altra pieve, quella
di Re Pipino, il franco e il breve, ci
attende nel minuscolo borgo di Diécimo, da
cui poi, lungo la Valle del Serchio,
saliremo alla preziosa Pieve di San Giorgio
a Brancoli: menzionata dal 1062, è uno
degli esempi più significativi del
linguaggio architettonico maturato tra l'XI
e il XII secolo. Da Villa Basilica, antico
borgo d’armaioli, scenderemo a Buggiano per
il pranzo, e proseguiremo poi verso Vinci.
La parte più antica di Vinci presenta una
pianta a forma di mandorla, insolita in
questa zona della Toscana. Vista dall'alto,
fa pensare a un'imbarcazione a due alberi
(dove i due alberi sarebbero la torre della
Rocca dei Conti Guidi e il campanile della
chiesa di Santa Croce). Il centro storico
del borgo leonardiano è noto, per questo
motivo, anche come “Castel della Nave”.
Dopo una passeggiata ci dirigiamo verso
Impruneta e Figline Val d’Arno, per
raggiungere Vallombrosa, dove alloggeremo e
ceneremo presso l’Abbazia benedettina.

VI giorno: Colazione. Si varca il passo
della Consuma verso il Castello di Romena,
nell’alto Casentino, e si prosegue per
l’Eremo di Camaldoli, dove ci attende il
pranzo. Nel pomeriggio scendiamo a
Serravalle per risalire a Badia Prataglia,
riserva naturale inserita all'interno del
Parco nazionale delle Foreste Casentinesi,
Monte Falterona e Campigna, da dove, sempre
in pulmino, raggiungeremo il Santuario
francescano della Verna. Famoso per essere
il luogo in cui San Francesco d'Assisi
ricevette le stigmate il 14
settembre1224[1]. Costruito nella parte
meridionale del monte Penna a 1128 metri di
altezza, il Santuario – destinazione di
numerosi pellegrini – ospita numerose
cappelle e luoghi di preghiera e
raccoglimento, oltre a diversi punti di
notevole importanza religiosa. Cena e
pernottamento

VII giorno: Lasciata La Verna dopo
colazione, ci dirigiamo a Caprese
Michelangelo, luogo di nascita del sommo
artista, di cui vedremo la casa natale e
Museo, presso Palazzo Clusini.. Si prosegue
per Anghiari, inserito tra i Borghi più
belli d’Italia, dove si vedranno la Badia
di San Bartolomeo, realizzata dai monaci
camaldolesi nel 1104, e le botteghe dei
restauratori nel centro storico, che domina
l’alta Valle del Tevere.
Da qui a Monterchi, per ammirare la
Madonna del parto, il celebre affresco di
Piero della Francesca dipinto tra il 1455 e
il 1465 in onore di sua madre, Romana di
Perino da Monterchi, originaria del posto.
L'affresco, destinato in origine alla
Cappella di Santa Maria di Momentana, è
conservato attualmente nel Museo della
Madonna del Parto di Piero della Francesca.
Pranzo e passeggiata ad Arezzo, dove nella
Basilica di San Francesco possiamo
osservare “Le Storie della Vera Croce,
forse il più celebre ciclo realizzato da
Piero tra il 1453 e il 1464. Continuiamo a
viaggiare nel pomeriggio verso sud ovest e
la Val d’Orcia, oltre Monte San Savino e il
pittoresco villaggio medievale restaurato
di Gargonza, Rapolano, Asciano e Monte
Oliveto Maggiore, l’Abbazia benedettina
dove siamo attesi per la cena e la notte.

VIII giorno: Tra colazione e pranzo,
previsto presso l’Abbazia di Sant’Antimo,
meraviglioso complesso monastico
dell’Ordine premostratense di San Norberto,
si vedranno i borghi di Buonconvento e
Montalcino, dove si potranno degusterare
Brunello, Rosso e Moscatello. Durante il
pomeriggio, attraversando la zona del Monte
Amiata, oltrepassata la Madonna delle
Querce, si visitano le pozze calcaree dei
Bagni San Filippo, formate dal Torrente
Formone e si giunge lungo la Via Cassia.
Seguendo il percorso della Francigena
giungiamo a Bolsena, oltre i Monti Volsini,
sull’omonimo Lago, per visitare Santa
Cristina e la Cappella del Miracolo
eucaristico, legato all’istituzione del
Corpus Domini, ai tempi di Urbano IV nel
XIII secolo. Si sale poi a Civita di
Bagnoregio, “La città che muore”, che
raggiungeremo a piedi attraverso il ponte
panoramico.
Da lì si percorre una strada secondaria, a
est della Cassia, fino al borgo di
Vitorchiano, dove saremo ospiti delle
monache trappiste dell’Ordine cistercense
della Stretta Osservanza. Cena e
pernottamento.
IX giorno: Dopo la colazione si visita il
Santuario di Santa Maria della Quercia,
alle porte di Viterbo, una delle più
armoniche ed eleganti creazioni
rinascimentali del Lazio. Poi, dopo la
scoperta del piccolo, ma straordinario
Museo degli ex voto, si giunge nella Città
dei Papi, per la visita del centro storico
e un pranzo di cucina tipica della Tuscia.
Di nuovo sull’itinerario romeo nel
pomeriggio, vedremo i borghi di Bagnaia e
Soriano nel Cimino, poi, attraverso la Via
cimina sulla sponda orientale del Lago
vulcanico di Vico, Ronciglione, Sutri,
celebre per l’anfiteatro romano e la
Madonna del Parto, in zona archeologica, in
origine luogo dedicato al culto di Mitra.
Proseguiremo verso est, attraverso le
contrade un tempo dominate dagli Orsini,
Nepi, fondata, secondo la leggenda, dal
mitico Termo Larte 458 anni prima di Roma,
e Castel Sant’Elia: qui si vedranno Il
convento dei frati francescani di San
Michele Arcangelo (Micaeliti) in cui si può
scendere, lungo un cunicolo di 144 gradini,
scavati nella roccia in 14 anni di lavoro
dall'eremita Rodio alla fine del
Settecento, per raggiungere il santuario di
Maria Santissima ad Rupes (meta di
pellegrinaggi) dove si venera l'immagine
della Vergine, pregevole opera pittorica
del XVI secolo. In un ambiente adiacente si
conserva una raccolta di paramenti sacri
del XII-XVI se¬colo tra cui un prezioso
cofanetto in legno e lamina di metallo del
Duecento; e la basilica di Sant'Elia, una
delle più suggestive di tutta la regione,
che si raggiunge attraverso un viottolo
campestre (la "strada dei Santi").
Proseguendo verso Civita Castellana,
l’antica Falerii Veteres, raggiungiamo la
consolare Flaminia e da qui l’Abbazia di
Farfa, nei pressi di Fara in Sabina, ai
piedi del Monte Acuziano, avvolta di
mistico silenzio. Cena e pernottamento
presso questa comunità, benedettina
cassinense.
X giorno: Al mattino, lasciata Farfa dopo
colazione e seguendo in direzione nord la
Via Salaria, giungiamo a Rieti, dopo una
visita al Santuario francescano di Fonte
Colombo, chiamato anche il Sinai
francescano, perché fu proprio qui che,
come vuole la tradizione, San Francesco
scrisse nel 1223 la Regola definitiva dei
Frati Minori. Dopo una passeggiata nel
centro storico di Rieti, ci rechiamo per il
pranzo al Santuario della Foresta, un’altra
delle quattro comunità francescane fondate
intorno a Rieti (insieme a Greccio e Poggio
Bustone) da San Francesco d’Assisi.
Oltrepassati il villaggio e il Lago di
Piediluco ci dirigiamo a nord, verso
l’Umbria, lungo la via Flaminia, per una
sosta a Spoleto e una seguente all’Abbazia
benedettina di Santa Croce in Sassovivo,
nei pressi di Foligno. La cena e la notte
sono previste nell’Eremo camaldolese di
Fonte Avellana, dedicato alla Santa Croce,
alle pendici boscose del Monte Catria, 700
metri sul livello del mare, tra le Marche e
l’Umbria. Le sue origini si collocano alla
fine del X secolo, intorno al 980, quando
alcuni eremiti scelsero di costruire le
prime celle di un eremo che nel corso dei
secoli diventerà l'attuale monastero.
La spiritualità di questi eremiti fu
influenzata da San Romualdo di Ravenna,
padre della Congregazione benedettina
camaldolese. Egli visse e operò fra il X e
l'XI secolo in zone vicinissime a Fonte
Avellana, quali Sitria, il monte Petrano, e
San Vincenzo al Furlo.
XI giorno: Colazione e partenza per Cesena
lungo la Valle dell’Alto Tevere, con una
breve sosta a Urbania, l’antica
Casteldurante, che cambiò nome in onore di
Papa Urbano VIII. Di particolare interesse
storico-artistico è il Duomo di Urbania
(IX-XVIII secolo), dedicato a San
Cristoforo martire ed edificato sulle
fondamenta dell'antica abbazia di San
Cristoforo del Ponte risalente all'VIII
secolo. La chiesa dei Morti, già cappella
Cola fondata nel 1380, ornata da un bel
portale gotico, conserva al suo interno il
cimitero delle Mummie, noto per il curioso
fenomeno della mummificazione naturale,
dovuta a una particolare muffa che ha
essiccato i cadaveri succhiandone gli
umori. A Cesena, dove è previsto il pranzo,
si vedranno la Biblioteca Malatestiana,
Patrimonio dell’Umanità, e il Santuario
della Madonna del Monte. La prima è l'unico
esempio di biblioteca monastica umanistica
(francescana) giunta fino a noi
perfettamente conservata nell'edificio,
negli arredi e nella dotazione libraria. Il
secondo, o Abbazia di Santa Maria del
Monte, possiede un patrimonio insigne, la
collezione di ex voto, una raccolta di 690
pezzi di grande valore, costituita da
tavolette dipinte a partire dal 1400 che
raffigurano i miracoli con i quali la
Vergine del Monte esprimeva la sua
protezione a Cesena e ai cesenati. Si
prosegue per Bologna, dopo una sosta
all’Abbazia di San Mercuriale, nel centro
di Forlì, fondata nel V secolo: uno dei
simboli della Romagna cristiana. In serata
raggiungeremo all’Eremo di Ronzano dei
frati Gaudenti, citati nell’Inferno di
Dante, al Canto XXIII, là dov’è descritta
la Bolgia degli Ipocriti; qui sono previste
la cena e il pernottamento.
XII giorno: Dopo colazione, visita guidata
del centro storico di Bologna, con
particolare attenzione dedicata al
complesso stefaniano, detto delle “Sette
Chiese”, a San Giovanni in Monte e alla
Basilica di San Domenico, dove vedremo
l’Arca di Niccolò, a Piazza Maggiore,
l’Archiginnasio e il Compianto, sempre di
Niccolò, a Santa Maria della Vita. è
previsto un pranzo a base di cucina
bolognese “al cartoccio” presso l’Osteria
del Sole, la più antica della città, nel
“Quadrilatero” del Mercato medievale.


Mezzo di trasporto: Pullmino e mezzi propri per Venezia e da Bologna.

Costo: 2480 euro a persona in base doppia. Supplemento singola: 330 euro [Nota]

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