Descrizione:
12 giorni, 11 notti, pensione completa inclusi vino e acqua, pernottamento nei più antichi e pittoreschi monasteri del centro- nord della Penisola italiana, per conoscere la vita attiva di questi millenari luoghi di culto e contemplazione benedettini, francescani, basiliani... Visita guidata di borghi, luoghi e monumenti connessi alla storia, all'eno-gastronomia e alle tradizioni del nostro Medioevo, esplorando con uno sguardo assolutamente originale e inaspettato un passato misterioso e affascinante che, malgrado il trascorrere dei secoli, ancora è in gran parte vivo nel nostro paese ricchissimo. Sono richiesti un abbigliamento e un atteggiamento consoni ai luoghi in cui saremo ospitati. Non si tratta di un pellegrinaggio in senso stretto, ma di un viaggio culturale e di meditazione aperto a tutti.
Timeline:
I giorno (20 maggio): Ritrovo dei viaggiatori alla stazione ferroviaria Santa Lucia di Venezia alle 9.45. Partenza con battello privato per le isole monastiche (dette spesso “minori” e Patrimonio dell’Umanità) della Laguna: breve passeggiata a San Servolo, il cui primo insediamento benedettino viene collocato tra il 764 e il 804 quando vi trovarono rifugio i monaci scacciati dai Franchi dal monastero di Santo Stefano ad Altino. Proseguiamo la navigazione per San Lazzaro degli Armeni, dove ci attende un monaco per la visita guidata di un’ora. Completamente occupata da un monastero che è la casa madre dell'ordine dei Mekhitaristi. l'isola è uno dei primi centri al mondo di cultura armena. A San Lazzaro degli Armeni sono conservati circa 170.000 volumi, di cui 4.500 sono manoscritti, e molti altri manufatti arabi, indiani ed egiziani, tra cui la curiosa mummia di Nehmeket. Continuiamo poi per le isolette di San Michele e San Cristoforo della Pace: la prima, che trae il nome dalla chiesa dedicata all'Arcangelo, originaria del X secolo, fu detta in passato Cavana de Muran in quanto fungeva da ricovero per le imbarcazioni di quest'isola. Nel 1212 vi si installarono i Camaldolesi che vi riunirono una biblioteca ricca di 180.000 volumi e 36.000 codici manoscritti. Con le soppressioni napoleoniche, il monastero divenne un carcere politico (vi passarono, tra gli altri, Silvio Pellico e Pietro Maroncelli), quindi, dopo il breve insediamento, a partire dal 1829, dei Francescani, divenne parte integrante del cimitero di San Cristoforo quando venne unita a quest'ultima. Vi sorge tutt'ora la nota chiesa di San Michele in Isola, realizzata su progetto dell'architetto Mauro Codussi a partire dal 1469 e considerata la prima chiesa rinascimentale di Venezia. L'isola di San Cristoforo della Pace, invece, fu utilizzata in origine per installarvi un mulino a vento (XIV secolo), ma in seguito ospitò un ospizio femminile e quindi un convento di Brigidini, a cui successero gli Agostiniani. Pranzo a Mazzorbo, l’isola delle vigne, e passeggiata pomeridiana fra i colori di Burano, fino alla chiesa di San Martino e al suo campanile pendente. Imbarco per San Francesco del Deserto, un ciuffo di verde che emerge dall’acqua, abitata dai Frati Minori fin dal 1230 circa. Qui, come San Francesco nel 1220, ceneremo e passeremo la notte fra antiche mura che traspirano storia e spiritualità. II giorno: Trasferimento a Venezia dopo colazione, e passeggiata da San Zaccaria a Santa Lucia, attraverso i sestieri di Castello, San Marco, Canaregio, sulle orme delle più antiche basiliche e comunità monastiche della città. Pranzo e partenza in treno per Peschiera. Nel pomeriggio, all’arrivo, trasferimento in pulmino al Santuario della Madonna del Frassino, che potremo visitare prima della sistemazione nell’attigua foresteria. Cena e pernottamento presso la casa francescana. III giorno: Colazione e partenza per Mantova, lungo la Valle del Mincio. Passeggiata nella città rinascimentale, con particolare attenzione alla Basilica di Sant’Andrea, progettata da Leon Battista Alberti, (come il Tempio di San Sebastiano) nella cui cripta è custodita all'interno dei Sacri Vasi la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo, portato a Mantova dal centurione romano Longino. In una delle cappelle è conservato il monumento funebre di Andrea Mantegna, sovrastato dall'effigie in bronzo del pittore della corte dei Gonzaga. proseguimento per Sabbioneta, inserita assieme a Mantova nell'elenco dei patrimoni dell'umanità da parte dell'UNESCO per la sua eccezionalità di città di fondazione costruita in circa trentacinque anni per volontà del principe Vespasiano Gonzaga Colonna. Secondo l'UNESCO Sabbioneta rappresenta un perfetto esempio di applicazione delle teorie rinascimentali su come vada progettata una città ideale. Pranzo tipico. Attraverso Colorno e Parma, dove vedremo l’opera del Correggio nelle cupole del Duomo e di San Giovanni, giungeremo a Torrechiara, presso la Badia di Santa Maria della Neve, eretta nel 1471 per volere di Pier Maria Rossi, forse per il figlio naturale Ugolino, allora abate di S. Giovanni Evangelista. Qui ci accoglieranno i monaci benedettini per la cena e il pernottamento.
IV giorno: Dopo la colazione e la visita al laboratorio apistico dell’Abbazia, proseguiamo per Langhirano, dove ci attende un prosciuttificio per la degustazione. Proseguendo poi verso Bercelo e il Passo della Cisa, varcheremo l’Appennino tosco- Emiliano lungo la Via Francigena per sostare a Pontremoli, dove ci attende il pranzo. Giunti a Sarzana, in Liguria, nel pomeriggio, riprenderemo il percorso dopo una passeggiata in questo antico crocevia della Lunigiana, per vedere la Fortezza di Sarzanello e i borghi arroccati di Ameglia e Montemarcello, fino a giungere, al tramonto, a Bocca di Magra, per la cena e il pernottamento presso il Monastero carmelitano di Santa Croce. V giorno: Colazione e trasferimento a Pietrasanta, capoluogo della Versilia storica, per la visita del centro storico e della chiesa di Sant’Agostino. Lungo le pendici delle Alpi Apuane pennellate di bianco giungiamo a Camaiore per visitare due testimonianze dell’epoca medievale sulla Francigena: la Badia longobarda e la Pieve di Santo Stefano, d’architettura romanica lucchese. Un’altra pieve, quella di Re Pipino, il franco e il breve, ci attende nel minuscolo borgo di Diécimo, da cui poi, lungo la Valle del Serchio, saliremo alla preziosa Pieve di San Giorgio a Brancoli: menzionata dal 1062, è uno degli esempi più significativi del linguaggio architettonico maturato tra l'XI e il XII secolo. Da Villa Basilica, antico borgo d’armaioli, scenderemo a Buggiano per il pranzo, e proseguiremo poi verso Vinci. La parte più antica di Vinci presenta una pianta a forma di mandorla, insolita in questa zona della Toscana. Vista dall'alto, fa pensare a un'imbarcazione a due alberi (dove i due alberi sarebbero la torre della Rocca dei Conti Guidi e il campanile della chiesa di Santa Croce). Il centro storico del borgo leonardiano è noto, per questo motivo, anche come “Castel della Nave”. Dopo una passeggiata ci dirigiamo verso Impruneta e Figline Val d’Arno, per raggiungere Vallombrosa, dove alloggeremo e ceneremo presso l’Abbazia benedettina.
VI giorno: Colazione. Si varca il passo della Consuma verso il Castello di Romena, nell’alto Casentino, e si prosegue per l’Eremo di Camaldoli, dove ci attende il pranzo. Nel pomeriggio scendiamo a Serravalle per risalire a Badia Prataglia, riserva naturale inserita all'interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, da dove, sempre in pulmino, raggiungeremo il Santuario francescano della Verna. Famoso per essere il luogo in cui San Francesco d'Assisi ricevette le stigmate il 14 settembre1224[1]. Costruito nella parte meridionale del monte Penna a 1128 metri di altezza, il Santuario – destinazione di numerosi pellegrini – ospita numerose cappelle e luoghi di preghiera e raccoglimento, oltre a diversi punti di notevole importanza religiosa. Cena e pernottamento
VII giorno: Lasciata La Verna dopo colazione, ci dirigiamo a Caprese Michelangelo, luogo di nascita del sommo artista, di cui vedremo la casa natale e Museo, presso Palazzo Clusini.. Si prosegue per Anghiari, inserito tra i Borghi più belli d’Italia, dove si vedranno la Badia di San Bartolomeo, realizzata dai monaci camaldolesi nel 1104, e le botteghe dei restauratori nel centro storico, che domina l’alta Valle del Tevere. Da qui a Monterchi, per ammirare la Madonna del parto, il celebre affresco di Piero della Francesca dipinto tra il 1455 e il 1465 in onore di sua madre, Romana di Perino da Monterchi, originaria del posto. L'affresco, destinato in origine alla Cappella di Santa Maria di Momentana, è conservato attualmente nel Museo della Madonna del Parto di Piero della Francesca. Pranzo e passeggiata ad Arezzo, dove nella Basilica di San Francesco possiamo osservare “Le Storie della Vera Croce, forse il più celebre ciclo realizzato da Piero tra il 1453 e il 1464. Continuiamo a viaggiare nel pomeriggio verso sud ovest e la Val d’Orcia, oltre Monte San Savino e il pittoresco villaggio medievale restaurato di Gargonza, Rapolano, Asciano e Monte Oliveto Maggiore, l’Abbazia benedettina dove siamo attesi per la cena e la notte.
VIII giorno: Tra colazione e pranzo, previsto presso l’Abbazia di Sant’Antimo, meraviglioso complesso monastico dell’Ordine premostratense di San Norberto, si vedranno i borghi di Buonconvento e Montalcino, dove si potranno degusterare Brunello, Rosso e Moscatello. Durante il pomeriggio, attraversando la zona del Monte Amiata, oltrepassata la Madonna delle Querce, si visitano le pozze calcaree dei Bagni San Filippo, formate dal Torrente Formone e si giunge lungo la Via Cassia. Seguendo il percorso della Francigena giungiamo a Bolsena, oltre i Monti Volsini, sull’omonimo Lago, per visitare Santa Cristina e la Cappella del Miracolo eucaristico, legato all’istituzione del Corpus Domini, ai tempi di Urbano IV nel XIII secolo. Si sale poi a Civita di Bagnoregio, “La città che muore”, che raggiungeremo a piedi attraverso il ponte panoramico. Da lì si percorre una strada secondaria, a est della Cassia, fino al borgo di Vitorchiano, dove saremo ospiti delle monache trappiste dell’Ordine cistercense della Stretta Osservanza. Cena e pernottamento. IX giorno: Dopo la colazione si visita il Santuario di Santa Maria della Quercia, alle porte di Viterbo, una delle più armoniche ed eleganti creazioni rinascimentali del Lazio. Poi, dopo la scoperta del piccolo, ma straordinario Museo degli ex voto, si giunge nella Città dei Papi, per la visita del centro storico e un pranzo di cucina tipica della Tuscia. Di nuovo sull’itinerario romeo nel pomeriggio, vedremo i borghi di Bagnaia e Soriano nel Cimino, poi, attraverso la Via cimina sulla sponda orientale del Lago vulcanico di Vico, Ronciglione, Sutri, celebre per l’anfiteatro romano e la Madonna del Parto, in zona archeologica, in origine luogo dedicato al culto di Mitra. Proseguiremo verso est, attraverso le contrade un tempo dominate dagli Orsini, Nepi, fondata, secondo la leggenda, dal mitico Termo Larte 458 anni prima di Roma, e Castel Sant’Elia: qui si vedranno Il convento dei frati francescani di San Michele Arcangelo (Micaeliti) in cui si può scendere, lungo un cunicolo di 144 gradini, scavati nella roccia in 14 anni di lavoro dall'eremita Rodio alla fine del Settecento, per raggiungere il santuario di Maria Santissima ad Rupes (meta di pellegrinaggi) dove si venera l'immagine della Vergine, pregevole opera pittorica del XVI secolo. In un ambiente adiacente si conserva una raccolta di paramenti sacri del XII-XVI se¬colo tra cui un prezioso cofanetto in legno e lamina di metallo del Duecento; e la basilica di Sant'Elia, una delle più suggestive di tutta la regione, che si raggiunge attraverso un viottolo campestre (la "strada dei Santi"). Proseguendo verso Civita Castellana, l’antica Falerii Veteres, raggiungiamo la consolare Flaminia e da qui l’Abbazia di Farfa, nei pressi di Fara in Sabina, ai piedi del Monte Acuziano, avvolta di mistico silenzio. Cena e pernottamento presso questa comunità, benedettina cassinense. X giorno: Al mattino, lasciata Farfa dopo colazione e seguendo in direzione nord la Via Salaria, giungiamo a Rieti, dopo una visita al Santuario francescano di Fonte Colombo, chiamato anche il Sinai francescano, perché fu proprio qui che, come vuole la tradizione, San Francesco scrisse nel 1223 la Regola definitiva dei Frati Minori. Dopo una passeggiata nel centro storico di Rieti, ci rechiamo per il pranzo al Santuario della Foresta, un’altra delle quattro comunità francescane fondate intorno a Rieti (insieme a Greccio e Poggio Bustone) da San Francesco d’Assisi. Oltrepassati il villaggio e il Lago di Piediluco ci dirigiamo a nord, verso l’Umbria, lungo la via Flaminia, per una sosta a Spoleto e una seguente all’Abbazia benedettina di Santa Croce in Sassovivo, nei pressi di Foligno. La cena e la notte sono previste nell’Eremo camaldolese di Fonte Avellana, dedicato alla Santa Croce, alle pendici boscose del Monte Catria, 700 metri sul livello del mare, tra le Marche e l’Umbria. Le sue origini si collocano alla fine del X secolo, intorno al 980, quando alcuni eremiti scelsero di costruire le prime celle di un eremo che nel corso dei secoli diventerà l'attuale monastero. La spiritualità di questi eremiti fu influenzata da San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Egli visse e operò fra il X e l'XI secolo in zone vicinissime a Fonte Avellana, quali Sitria, il monte Petrano, e San Vincenzo al Furlo. XI giorno: Colazione e partenza per Cesena lungo la Valle dell’Alto Tevere, con una breve sosta a Urbania, l’antica Casteldurante, che cambiò nome in onore di Papa Urbano VIII. Di particolare interesse storico-artistico è il Duomo di Urbania (IX-XVIII secolo), dedicato a San Cristoforo martire ed edificato sulle fondamenta dell'antica abbazia di San Cristoforo del Ponte risalente all'VIII secolo. La chiesa dei Morti, già cappella Cola fondata nel 1380, ornata da un bel portale gotico, conserva al suo interno il cimitero delle Mummie, noto per il curioso fenomeno della mummificazione naturale, dovuta a una particolare muffa che ha essiccato i cadaveri succhiandone gli umori. A Cesena, dove è previsto il pranzo, si vedranno la Biblioteca Malatestiana, Patrimonio dell’Umanità, e il Santuario della Madonna del Monte. La prima è l'unico esempio di biblioteca monastica umanistica (francescana) giunta fino a noi perfettamente conservata nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libraria. Il secondo, o Abbazia di Santa Maria del Monte, possiede un patrimonio insigne, la collezione di ex voto, una raccolta di 690 pezzi di grande valore, costituita da tavolette dipinte a partire dal 1400 che raffigurano i miracoli con i quali la Vergine del Monte esprimeva la sua protezione a Cesena e ai cesenati. Si prosegue per Bologna, dopo una sosta all’Abbazia di San Mercuriale, nel centro di Forlì, fondata nel V secolo: uno dei simboli della Romagna cristiana. In serata raggiungeremo all’Eremo di Ronzano dei frati Gaudenti, citati nell’Inferno di Dante, al Canto XXIII, là dov’è descritta la Bolgia degli Ipocriti; qui sono previste la cena e il pernottamento. XII giorno: Dopo colazione, visita guidata del centro storico di Bologna, con particolare attenzione dedicata al complesso stefaniano, detto delle “Sette Chiese”, a San Giovanni in Monte e alla Basilica di San Domenico, dove vedremo l’Arca di Niccolò, a Piazza Maggiore, l’Archiginnasio e il Compianto, sempre di Niccolò, a Santa Maria della Vita. è previsto un pranzo a base di cucina bolognese “al cartoccio” presso l’Osteria del Sole, la più antica della città, nel “Quadrilatero” del Mercato medievale.
Mezzo di trasporto:
Pullmino e mezzi propri per Venezia e da
Bologna.
Costo:
2480 euro a persona in base doppia.
Supplemento singola: 330 euro
[Nota]
Informazioni
giuridiche
|