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giovedì 21 novembre 2024
 

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I NOSTRI VIAGGI

Cod. ERGG01
PERLE EMILIANE: GUALTIERI E GUASTALLA GUIDATI DA MAURIZIO ROSSI

Abstract: Possibili estensioni: tour codici EMBO01,
PR01 e MO01.
Si tratta di un itinerario in giornata, di
grande valenza culturale ed enogatronomica.


Descrizione: Gualtieri, marchesato rinascimentale fra i
vari piccoli stati indipendenti disseminati
nel cuore della Val Padana tra Po, Modena e
Reggio, è uno dei "borghi più belli
d'Italia", la sua piazza è unica al mondo
ed è città delle radici di Antonio Ligabue
e dei Bentivoglio.
Le prime testimonianze archeologiche
relative ad un centro abitato in questa
zona sembrano risalire al periodo etrusco.
Tuttavia è in epoca alto-medievale (864)
che il nome della città viene menzionato
per la prima volta all'interno di fonti
storiche: Ludovico II il Giovane dona alla
moglie Angilberga Guastalla, il "posto di
guardia" longobardo fortificato, avanzato
contro i bizantini installati a Mantova. In
questa località vi era una cappella
dedicata a San Pietro, il cui prestigio
accrebbe nei decenni fino ad essere
insignita della dignità plebana nel 980,
per poi essere consacrata nel 997 da papa
Gregorio V.
Gli anni attorno al 1000 videro Guastalla
passare spesso di proprietà, dall'autorità
papale agli imperatori, dai feudatari ai
più potenti signori dell'epoca. È solo
sotto il dominio dei Canossa, che il nucleo
abitato sorto attorno alla chiesa di Pieve,
ottenuto il privilegio di "nullius
dioecesis" da parte di Urbano II, cominciò
ad assumere importanza per la presenza di
ampie zone coltivate su terreno fertile a
due passi dal Po, area strategica di
passaggio in un punto di guado del fiume.
Nel 1102 la contessa Matilde di Canossa
consegnò Guastalla al monastero di San
Sisto di Piacenza. La zona passò poi sotto
il controllo dei Cremonesi e
successivamente, con Giberto III, dei
Correggesi e infine dei Visconti che la
occuparono fino al 1402.
Sarà poi la famiglia Terzi a cedere
Guastalla al mantovano Guido della signoria
dei Torelli, trasformandola in contea nel
1428. I Torelli la governarono dal 1406 al
1539 dando così inizio al ciclo dei signori
che dominarono e crearono la città in
quanto spazio architettonico organizzato
con la presenza del palazzo nobiliare, del
castello, delle chiese, della piazza.
Guastalla divenne così una città
rinascimentale. Con la morte di Achille
Torelli, senza eredi maschi, la città
diventò eredità della sua unica figlia,
Ludovica, nota come "contessa di
Guastalla".
Questa nuova realtà nata sulla riva destra
del Po, in una fertile e produttiva zona di
pianura, destò l'attenzione di Ferrante I
Gonzaga con l'intento di farne un
possedimento degno della sua casata. Il 3
ottobre 1539 la contea di Guastalla venne
così acquistata da Ferrante al prezzo di
22.280 scudi d'oro e annessa in poco tempo
all'Impero. Il 6 settembre 1541
l'imperatore Carlo V concedeva formalmente
Guastalla al dominio dei Gonzaga, che si
dichiarò così indipendente dal Ducato di
Milano.
Sotto la dinastia dei Gonzaga ebbero inizio
207 anni di signoria, che si trasformarono
ben presto in sovranità. Durante questo
periodo Guastalla raggiunse il suo massimo
splendore. La sua nobiltà era ormai
diventata per dignità al pari delle
signorie più rilevanti dell'epoca. Vi
furono ospitati artisti come Campi e
Guercino, e poeti come Tasso e Guarini.
Venne istituita la zecca, diretta
dall'incisore Gasparo Mola, che produsse
moneta fino al 1746. Nel 1621, sotto il
dominio di Ferrante II la città divenne
ducato ed allargò i suoi territori
inglobando prima Reggiolo poi, sotto il
governo di Cesare II, Dosolo e Luzzara. Da
allora assunse una certa importanza come
capitale del ducato dei Gonzaga, fino alla
fine del 1600, secolo in cui ebbe inizio la
crisi dinastica del ramo dominante, quella
di Mantova.
Per la sua posizione strategica, Guastalla
divenne una delle città fortificate più
importanti del tempo. Questa connotazione
guerriera come fu il simbolo di potenza
militare fu anche il segno della sua
rovina. Infatti nel 1689, attaccata dagli
spagnoli, venne privata dei suoi elementi
di fortificazione come le mura e la rocca.
Durante la guerra di successione polacca
venne occupata dagli austriaci e ceduta nel
1735 a Carlo Emanuele III di Savoia. Con il
cadere della dinastia gonzaghesca
subentrarono i Borbone di Parma che la
posero in un ruolo subalterno. Nel 1806
ritornò ducato sovrano e concesso a Paolina
Bonaparte e a suo marito il principe
Camillo Filippo Ludovico Borghese.
Successivamente Napoleone Bonaparte e Maria
Luisa d'Asburgo-Lorena la incorporarono
nuovamente nel Ducato di Parma, Piacenza e
Guastalla, di cui fu un'exclave fino al
1847, quando il territorio della sua
provincia (comuni di Guastalla, Luzzara e
Reggiolo) venne annesso brevemente al
Ducato di Modena. In seguito allo
scioglimento del ducato modenese e
all'annessione al Regno di Sardegna, nel
1861 Guastalla entrò a far parte del Regno
d'Italia nella provincia di Reggio Emilia.
In virtù della sua storia la città conserva
gelosamente le antiche tradizioni e cultura
locali, nonché la particolarità del suo
dialetto.

Timeline: Partenza in pullmino dall’aeroporto di
Bologna per la Piazza di Gualtieri, lungo
le rive del Po, nei pressi della Piazza
Bentivoglio, intorno alle 10.15 e visita
guidata del "Museo Documentario e Centro
Studi Antonio Ligabue", dedicato alle opere
del celebre pittore del Novecento, nato a
Zurigo nel 1899 e scomparso in questa
piccola corte rinascimentale nel maggio del
1965, nonché della “Sala di Icaro”, che
ospita, in esposizione permanente dal 1992,
la donazione Umberto Tirelli, il grande
sarto teatrale, nato nel 1928 a Gualtieri e
morto a Roma nel 1990.
Pranzo intorno alle 13 nell’antica Osteria
della Merla, tipica cucina reggiana, a base
di tortelli alla zucca, affettati,
tagliata, rane, se volete, e naturalmente
lambrusco.
Nel pomeriggio, trasferimento a Guastalla,
in prossimità di piazza Mazzini, una
tipica piazza emiliana circondata da
portici, dominata dal monumento a Ferrante
I Gonzaga, opera di Leone Leoni.
Sulla piazza si affacciano la Concattedrale
di San Pietro Apostolo, opera
cinquecentesca di Francesco Capriani
(Francesco da Volterra) (ma la facciata
risale a due secoli più tardi), il palazzo
Ducale (1567) in gran parte ricostruito (al
cui interno è allestito il Museo
Cittadino), e il Municipio, iniziato nella
prima metà del Quattrocento e terminato dai
Gonzaga durante il Cinquecento. Esso reca
sotto il portico i modelli delle antiche
unità di misura.
Dalla piazza si accede ai portici
quattrocenteschi di corso Garibaldi, che
conducono alla Biblioteca Maldotti, ricca
di manoscritti, antiche edizioni a stampa e
una nutrita collezione di dipinti.
Antistante la biblioteca sorge la chiesa di
Santa Croce (detta anche della Morte),
risalente al 1587. Dall'interno è possibile
scendere nei sotterranei e visitare il
precedente luogo religioso di origine
medievale. Nelle vicinanze della chiesa è
inoltre possibile notare l'edificio nel
quale albergò Garibaldi durante la sua
permanenza nella città.
Il corso si apre poi su piazza Garibaldi,
al cui centro è presente il monumento a lui
dedicato. Dalla piazza è inoltre possibile
ammirare la chiesa dell'Immacolata
Concezione (oratorio di pianta ottagonale),
la chiesa del Santissimo Crocifisso (o
delle Cappuccine) e la chiesa della S.
Maria dei Servi (o Santa Maria Annunciata),
eretta alla fine del Cinquecento su disegno
di Francesco Capriani: notevole,
all'interno, la Deposizione, tela di
Giuseppe M. Crespi. Su lato est della
piazza si trovaPalazzo Frattini, sede del
Centro Culturale Comunale.
Da piazza Garibaldi, percorrendo via Verdi
si arriva al Teatro Comunale in stile
neoclassico, risalente al1671 e
recentemente restaurato; dopo aver preso
via Volturno si arriva in piazza Matteotti,
su cui sorge l'imponente Torre Civica o
"Campanón", nel luogo che un tempo fu
dell'antica rocca trecentesca abbattuta
dagli spagnoli nel 1689. I lavori di
costruzione della torre, progettata
dall'architetto parmense Cristoforo
Trivellino, iniziarono nel 1723 e
terminarono nel 1732. L'edificio supera i
40 metri d'altezza e per la sua costruzione
vennero utilizzati i materiali recuperati
dalla vecchia rocca dei Torelli.
Più avanti, in via Piave, si trova il
seicentesco Santuario in stile barocco
Beata Vergine della Porta, progettato
dall'architetto Prospero Mattioli per
ordine del Duca Vincenzo Gonzaga. La chiesa
conserva paliotti in scagliola policroma,
opera di artigianato carpigiano.
Svoltando poi per via Cavour si giunge in
piazza Martiri Patrioti (ex Piazza Roma),
al cui centro è presente il monumento in
memoria dei caduti della prima guerra
mondiale. La piazza è ornata da lampioni in
stile Liberty.
Tornando in Strada Gonzaga (comunemente
nota come via Gonzaga) è notevole la ex
chiesa di San Francesco, costruita nel 1606
su disegno di Ferrante II Gonzaga.
Recentemente restaurata è oggi adibita a
sala mostre.
Proseguendo per via Spallanzani è possibile
notare la chiesa di San Carlo (o delle
Agostiniane), edificata nel 1626 sempre per
ordine di Ferrante II Gonzaga. Qui
riprenderemo il nostro pullman per il
rientro a Bologna, dove l’arrivo è previsto
per le ore 19 circa.


Mezzo di trasporto: PULLMINO/PULLMAN secondo il numero dei partecipanti

Costo: Costo a persona (tutto compreso): Da 10 a 15 partecipanti: 98 euro Da 16 a 18 partecipanti: 85 euro Da 19 partecipanti…….. : 75 euro Per INFO: maurizio.rossi@viaggiazalay.com [Nota]

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